Reflusso gastroesofageo: cos’è e quali esami fare

Reflusso gastroesofageo: cos'è e quali esami fare

Il reflusso gastroesofageo è un disturbo molto comune caratterizzato dalla risalita nell’esofago del contenuto acido dello stomaco. Entro certi limiti è fisiologico, ma può diventare una malattia. Ecco cosa fare

Il reflusso gastroesofageo è un disturbo molto comune, occasionale o cronico, caratterizzato dalla risalita nell’esofago del contenuto acido dello stomaco. Nella maggior parte dei casi non si tratta di una patologia grave, ma è importante un corretto inquadramento e trattamento per evitare conseguenze più serie.

Il disturbo può presentarsi a tutte le età, anche se è più frequente dopo i trent’anni, sia negli uomini che nelle donne. In particolare, è comune nel neonato e nelle donne in gravidanza.

Reflusso gastroesofageo sintomi

Il reflusso gastroesofageo entro certi limiti è fisiologico. La quantità di acido che risale nell’esofago dopo i pasti è limitata e, quindi, non causa particolari problemi e conseguenze.

Quando però questi eventi si intensificano per quantità o durata, il paziente può avvertire dolore e altri fastidi. In questi casi, come già detto, si parla di malattia da reflusso gastroesofageo (MRGE).

Questi sintomi ovviamente incidono molto sulla qualità della vita, condizionando negativamente anche il riposo notturno. In alcuni casi ci potrebbero anche essere delle complicanze.

Il reflusso gastroesofageo si presenta con sintomi cosiddetti tipici:

  • pirosi, ovvero una sensazione di bruciore avvertita nella regione della bocca dello stomaco e dietro lo sterno, talvolta con irradiazione posteriore e dolore interscapolare
  • rigurgito, descritto come sensazione della risalita del contenuto gastrico in bocca, con conseguente sensazione di amaro
  • eccessiva salivazione.

Ci sono poi dei sintomi meno comuni, detti atipici:

  • nausea
  • difficoltà a deglutire
  • tosse cronica e secca
  • mal di gola o raucedine
  • sensazione di nodo alla gola
  • alitosi
  • eruttazioni
  • asma
  • erosione allo smalto dei denti.

Questi disturbi si riacutizzano ai cambi di stagione, probabilmente a causa del cambiamento repentino delle temperature e la conseguente stimolazione di importanti vie nervose e ormonali.

Le cause del reflusso gastroesofageo

Quando si mangia, il cibo passa dall’esofago allo stomaco e poi continua il ciclo della digestione. Tra l’esofago e lo stomaco c’è una sorta di valvola, chiamata sfintere gastroesofageo, che regola il passaggio del bolo alimentare. Questa valvola si apre per far passare il cibo dopo la deglutizione e si chiude subito dopo, impedendo al contenuto acido dello stomaco di risalire nell’esofago e d’irritarne le pareti con la sua acidità.

Nelle persone con malattia da reflusso gastroesofageo, questa valvola non funziona correttamente, cioè si apre quando non dovrebbe. Per questo motivo, il cibo e i succhi gastrici possono risalire verso l’esofago provocando i sintomi tipici del disturbo.

Ci sono, poi, dei fattori che possono favorire o aggravare il disturbo, come:

  • aumento della pressione in addome dovuto prevalentemente all’obesità, alla stipsi o ad attività lavorative o sportive
  • gravidanza
  • posizione supina
  • ernia iatale
  • stress
  • abuso di alcol e fumo di sigaretta.

Come si diagnostica

Per la diagnosi del reflusso gastroesofageo può essere sufficiente l’esame clinico del medico e la risposta alla terapia.


Ti potrebbe interessare: Gastroscopia: cos’è e quando si esegue

A conferma o per escludere complicanze, possono essere prescritti alcuni accertamenti diagnostici, come l’esame radiologico del tubo digerente, la gastroscopia (EGDS), la manometria esofagea, pH-impedenziometria delle 24 ore.

Rimedi contro il reflusso gastroesofageo

È importante adottare alcune strategie. Da un punto di vista alimentare è opportuno eliminare o moderare l’assunzione di cibi grassi, che determinano un prolungato svuotamento gastrico, e di alcuni alimenti che aumentano l’acidità gastrica (cioccolato, tè, caffè, cipolla, menta, frutta acidula, cibi piccanti, alcol).

Inoltre, si dovrebbe mangiare lentamente, masticare a lungo, prediligere dei pasti leggeri ed evitare di coricarsi prima di 2-3 ore dal termine del pasto.

Altri accorgimenti sono:

  • evitare cinture strette e abiti aderenti
  • rialzare la testata del letto di almeno 10 cm
  • cercare di ridurre lo stress
  • seguire uno stile di vita sano, smettendo di fumare, svolgendo regolare attività fisica.

Il trattamento farmacologico prevede principalmente l’utilizzo di antiacidi e inibitori della pompa protonicaIl medico specialista può, infine, considerare un trattamento chirurgico.

Per prenotare la gastroscopia alla Clinica Bianchi clicca qui.

×